martedì 17 maggio 2016


N. 03764/2016 REG.RIC.
N. 01979/2016REG.PROV.COLL.
N. 03764/2016 REG.RIC.
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REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Terza)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 3764 del 2016, proposto dai signori Riccardo De Corato, Osnato Marco, Frassinetti Paola, Cadeo Maurizio, Alibrandi Salvatore, Anselmi Caterina, Bianchi Alessandra, Borelli Patrizia Alberta Maria, Cacucci Maira, Cernuschi Maurizio, Chiaramonte Girolamo, Chiusa Tiziana, Costa Tommaso, Crepaldi Adriano, D'Addona Mara, Dalcerri Maddalena Isabella, D'Ambrosio Virginia, Dessì Cristian, Dibisceglie Daniel, Faltas Magdi, La Bollita Antonio, Leonardi Arianna, Leone Davide, Masini Andrea, Minguzzi Ruggero Livio, Ormeni Revina, Paglietti Carlo, Pasquinucci Eugenio Luca Massimiliano, Pavel Irina, Perotta Carmine, Pilati Andrea, Pili Annalisa, Potukian Andrea, Prono Lavinia, Rendrini Alessandra, Sambataro Velia, Sasvari Eva, Spadavecchia Gaetano, Spandre Luca, Tagli Simona, Toscano Cosimo, Ungaro Gabriella, Volontè Alberto, Volpicelli Romeo, Gamba Pierfrancesco Emilio Romano, Stornaiuolo Giovanni, rappresentati e difesi dagli avv.ti Ignazio La Russa, Maurizio Boifava e Francesco Saverio Marini, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Francesco Saverio Marini in Roma, via dei Monti Parioli, n. 48;
contro
La Commissione Elettorale Circondariale di Milano, il Comune di Milano;
l’U.T.G. - Prefettura di Milano ed il Ministero dell'Interno, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, n. 12;
nei confronti di
Il signor Marco Luigi Di Tolle;
per la riforma
della sentenza del T.A.R. Lombardia, Sede di Milano, Sez. III, n. 932/2016, resa tra le parti, concernente la ricusazione della lista elettorale «Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale - Giorgia Meloni per Parisi Sindaco», alle elezioni comunali al Comune di Milano del 5 giugno 2016;



Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio dell’U.T.G. - Prefettura di Milano e del Ministero dell'Interno;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nella udienza pubblica del giorno 16 maggio 2016 il Cons. Carlo Deodato e uditi per le parti gli Avvocati Ignazio La Russa, Maurizio Boifava e Francesco Saverio Marini e gli Avvocati dello Stato Mario Antonio Scino e Danilo Del Gaizo;



1. Con la sentenza appellata il TAR ha respinto il ricorso n. 1052 del 2016 proposto dagli odierni appellanti avverso il provvedimento della Commissione Elettorale Circondariale di Milano di cui al verbale n. 6 del 7 maggio 2016, che ha disposto, con riferimento all'elezione del Consiglio comunale di Milano indetta per il giorno 5 giugno 2016, di ricusare la lista denominata «Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale – Giorgia Meloni per Parisi Sindaco» e avverso il provvedimento di cui al verbale della medesima Commissione Elettorale n. 9 del 9 maggio 2016, di conferma della predetta determinazione.
I provvedimenti impugnati sono stati adottati sulla base del duplice rilievo del mancato deposito, entro il termine di presentazione delle liste, delle dichiarazioni sostitutive di cui all’art. 12 del d.lgs n. 235/2012 e della non sanabilità di tale carenza.
2. L’appello risulta fondato, alla stregua delle considerazioni che seguono.
3. Preliminarmente, devono ribadirsi i principi, condivisi dal Collegio, enunciati con la decisione del Consiglio di Stato, sez. V, 9 maggio 2014, n. 2389, in ordine alla natura perentoria del termine per il deposito delle dichiarazioni in questione, alla non presentabilità delle stesse entro il termine per l’ammissione delle liste e alla non praticabilità del soccorso istruttorio, a fronte della mancanza originaria delle attestazioni considerate.
4. Nella peculiare fattispecie controversa, nondimeno, i presentatori della lista sono stati ‘indotti in errore’, circa la regolarità degli adempimenti prescritti, dal comportamento tenuto dalla stessa amministrazione e, in particolare, dall’adozione della nota in data 7 maggio 2016, con cui il segretario comunale di Milano ha attestato la completezza della documentazione depositata e la presenza, in essa, delle dichiarazioni sostitutive attestanti l’insussistenza delle condizioni di incandidabilità.
L’affidamento così ingenerato negli appellanti deve ritenersi meritevole di tutela per la provenienza qualificata della suddetta attestazione (e ciò anche a voler prescindere dalla sua catalogazione come atto pubblico idoneo a fare fede fino a querela di falso delle dichiarazioni ivi contenute), in quanto formata dall’autorità incaricata di controllare la completezza della documentazione depositata e di segnalare eventuali carenze.
La medesima ricevuta, formalizzata ai sensi dell’art. 32, ultimo comma, del d.P.R. n.570 del 1960, ha, quindi, concorso a consolidare l’erroneo convincimento circa il rispetto della normativa di riferimento, con conseguente scusabilità dell’inosservanza sanzionata con la ricusazione della lista.
5. Sotto altro profilo, l’errore in cui sono incorsi gli appellanti deve ritenersi scusabile anche in ragione del rilievo che, nelle dichiarazioni di accettazione delle candidature al Consiglio di Municipio del Comune di Milano, l’attestazione dell’assenza delle cause di incandidabilità risulta presentata (come si ricava dallo stesso provvedimento di rigetto dell’istanza di autotutela, là dove si dà atto che per 17 candidati al consiglio comunale le dichiarazioni in questione erano ricavabili dalle contestuali candidature al Consiglio di Municipio) e che, quindi, il suo mancato deposito nel procedimento in oggetto resta ascrivibile a un’incolpevole condotta nella compilazione delle dichiarazioni di accettazione delle candidature (nelle quali quella sull’assenza delle cause di incandidabilità avrebbe dovuto essere compresa).
6. In coerenza con i rilievi appena formulati, il mancato rispetto del termine risulta, in definitiva, addebitabile ad un concorso causale determinante dell’amministrazione, posto che, qualora il segretario comunale avesse correttamente rilevato le carenze contestate, i presentatori della lista avrebbero potuto tempestivamente integrare la documentazione, evitando la conseguente esclusione.
7. A fronte della descritta situazione di fatto, la Commissione – avendo gli interessati prodotto le dichiarazioni sostitutive mancanti il giorno successivo (8 maggio 2016) a quello della presentazione delle liste – avrebbe dovuto riesaminare l’iniziale ricusazione della lista ed ammetterla alla competizione elettorale, nel doveroso esercizio dei poteri attribuitile dall’art. 33, ultimo comma, d.P.R. cit.
Tale ultima disposizione dev’essere letta, interpretata ed applicata (in coerenza con i principi affermati dalla decisione dell’Adunanza Plenaria n.23 del 1999) come espressiva della regola generale per cui, a fronte della tempestiva presentazione delle liste, l’integrazione delle carenze riscontrate deve intendersi consentita, entro e non oltre il giorno successivo alla scadenza del termine per la presentazione delle liste, nelle (sole) ipotesi in cui si tratti di rettificazioni o regolarizzazioni di documentazione originariamente prodotta o del completamento di adempimenti sulla cui iniziale correttezza la stessa Amministrazione ha ingenerato un affidamento meritevole di tutela (come nella fattispecie in esame).
Ogni esegesi riduttiva della portata precettiva della disposizione richiamata (art. 33, ultimo comma, del d.P.R. cit.) dev’essere rifiutata in quanto finirebbe per vanificarne qualsivoglia utilità e per precludere l’attivazione dei relativi poteri istruttori (si ripete: entro il termine perentorio ivi stabilito), pur a fronte di situazioni (quale quella in esame) in cui l’integrazione documentale soddisfi l’interesse pubblico alla più ampia partecipazione alle elezioni ed alla più completa acquisizione documentale (ma senza ledere le esigenze di una ordinata e trasparente amministrazione del procedimento di presentazione delle liste).
9. La soluzione appena indicata si rivela, in definitiva, come quella più rispettosa, al contempo, del principio del favor partecipationis, inteso come ineludibile declinazione dell’effettiva garanzia di esercizio dei diritti politici costituzionalmente garantiti, e degli interessi pubblici sottesi alla normativa di riferimento, restando, comunque, salvaguardata l’acquisizione delle dichiarazioni sull’assenza delle cause di incandidabilità (che, nella fattispecie, non risulta contestata) entro il termine normativamente stabilito per le definitive determinazioni in ordine all’ammissione delle liste (e, quindi, senza alcun nocumento per i principi di celerità e certezza del procedimento elettorale).
10. In definitiva, l’appello dev’essere accolto, con conseguente accoglimento del ricorso di primo grado ed ammissione della lista ricorrente alle elezioni comunali di Milano.
La peculiarità della fattispecie esaminata giustifica la compensazione integrale delle spese di entrambi i gradi di giudizio.
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sull'appello n. 3764 del 2016, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l'effetto, in riforma della decisione appellata, ammette la lista ricorrente alle elezioni comunali di Milano e compensa le spese di entrambi i gradi di giudizio.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 16 maggio 2016 con l'intervento dei magistrati:

Luigi Maruotti, Presidente
Carlo Deodato, Consigliere, Estensore
Silvestro Maria Russo, Consigliere
Vincenzo Lopilato, Consigliere
Massimiliano Noccelli, Consigliere




 
 
L'ESTENSOREIL PRESIDENTE
 
 
 
 
 
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 16/05/2016
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

venerdì 8 aprile 2016

I confini dei Paesi sulla «rotta balcanica» sono sempre più blindati: il flusso dei profughi sta tornando così sulla via del Mediterraneo centrale, verso l’Italia. La chiusura dei confini verso Nord, a partire dall’Austria, sta però già bloccando la prosecuzione di quei viaggi verso il resto d’Europa. Ecco perché il 2016 potrebbe diventare l’anno più critico per l’emergenza profughi in Italia, e dunque a Milano. Lo dicono le statistiche. E lo dimostra il fatto che le istituzioni stanno cercando di mettere in campo una struttura in grado di reggere flussi imponenti: ieri il Comune è riuscito a recuperare un nuovo spazio in via Sammartini 120, di proprietà delle Ferrovie, per aggiungere 50 nuovi posti di accoglienza (per un totale di circa 600).
 
Gli indicatori

Nel mese di marzo appena trascorso, in media, nelle strutture del Comune sono stati ospitati oltre 650 profughi. Ben più del doppio rispetto allo stesso mese dello scorso anno (erano 256) e quattro volte di più in confronto a marzo 2014 (176). Le statistiche del mese di marzo rappresentano un indicatore chiave per prevedere l’evoluzione nei prossimi mesi. Le statistiche dimostrano che le strutture di accoglienza milanesi sono già quasi piene. Dunque, cosa succederà in estate, quando gli sbarchi riprenderanno probabilmente in maniera massiccia? Prima di fare ipotesi, bisogna però concentrarsi su un altro interrogativo: perché oggi i centri comunali si trovano già vicini al completo?


Il bilancio

Negli ultimi tre anni, nelle strutture milanesi gestite dal Comune sono stati accolti 87 mila profughi (1.316 nel 2013, 52.631 nel 2014, 31.799 nel 2015 e 1.406 nel primo trimestre 2016). La stragrande maggioranza di queste persone però, fino all’anno scorso, era in transito verso il Nord Europa. Magari con più tentativi, spostandosi in aereo, treno o auto, riuscivano a raggiungere le loro destinazioni. Da qualche mese la situazione è cambiata. Ieri la ministra dell’Interno austriaca, Johanna Mikl-Leitner, ha spiegato: «L’Italia non può contare sul fatto che il Brennero resti aperto, se si arriva a flussi incontrollati di migranti». La minaccia di chiusura totale arriva dopo gli ultimi mesi in cui i passaggi sono stati comunque molto complicati. Risultato: più i confini a Nord diventano invalicabili, più aumentano i profughi che restano a Milano. Diminuiscono i transiti; aumentano le lunghe permanenze. L’analisi dei dati del Comune: «Rispetto al primo trimestre 2015 c’è un calo del 50 per cento nei nuovi ingressi, ma il numero di persone mediamente ospitate ogni notte nei centri passa dai 308 del 2015, ai 599 del 2016, quasi raddoppiato». La spiegazione: molti più migranti, viste le difficoltà di proseguire il viaggio, decidono di fare richiesta di asilo politico qui. E così, in qualche modo, si stabilizzano su Milano: le richieste di asilo nei primi tre mesi del 2016 sono state infatti 588 (più 460 per cento rispetto al passato). Per lunghi mesi, nel 2014, quel numero era fermo a poche unità. E questo anche perché da allora i siriani in fuga dalla guerra non sono passati quasi più dall’Italia; sono arrivate invece molte più persone dal Corno d’Africa, che hanno progetti di migrazione meno strutturati e si fermano in Italia.

L’«evasione»

I nuovi arrivi sono stati in media poco meno di 20 al giorno. Tra gennaio e marzo, vuol dire una cifra intorno ai 1.400 migranti. Con una caratteristica chiave: le persone che si rivolgono all’hub del Comune, in Stazione, arrivano a Milano con i propri mezzi. Si tratta dunque di migranti che, dopo gli sbarchi, continuano a muoversi in Italia al di fuori della gestione controllata dei flussi da parte del ministero dell’Interno.

martedì 5 aprile 2016


 
 



KABOBO UCCISE MIO PADRE,            



...MAI PIU’ UN  FATTO COME QUESTO.

 

Caro Cittadino,

sono passati tre anni dal giorno in cui un Ghanese di nome Adam Kabobo uccise nel quartiere Niguarda tre persone tra le quali mio padre. Da quel giorno mi sono chiesto molte volte  se potevo fare qualcosa per la mia Città e per i milanesi  in modo che atti criminosi come quello accaduto alla mia famiglia non accadano più. Certamente Lei potrebbe pensare che in questo momento sfrutti la vicenda per fare politica ma non è così, io sto lavorando per riuscire mettere a frutto alcuni progetti che hanno come capostipite la Sicurezza e la legalità cosa che ormai sia nel centro ma soprattutto nelle periferie sembra ormai un miraggio. L’occupazione abusiva degli alloggi popolari, la mancanza di tutela del cittadino ma soprattutto il calpestamento dei nostri diritti porta non solo un degrado sociale ma anche insicurezza e poca fiducia per le Istituzioni.

Ho scelto Fratelli d’Italia perché credo che sia il movimento politico che meglio rappresenti i problemi di noi cittadini, non mi ritengo un politico sono un uomo che sta cercando di fare qualcosa di utile per tutti noi, Noi che siamo cittadini Italiani.

Ci sarebbero molte altri progetti che vorrei portare avanti oltre alla sicurezza, tra i quali anziani e bambini due categorie che mi stanno veramente a cuore, ma solo con il Suo aiuto potrò proseguire, perciò il 5 Giugno 2016 alle elezioni amministrative di Milano Le chiedo di votare in questo modo:                                      

                                  

                                                                                                                                             In fede

                                                                                                                                        Andrea Masini

mercoledì 30 marzo 2016

Ecco la nuova genialata della nostra Giunta Milanese. Spostare i profughi dall'ex area Expo all'ex mercato comunale di Viale Umbria, ditemi voi che senso ha.
La giunta di Pisapia pensa di risolvere il problema facendo il gioco delle tre tavolette senza però considerare che questo provoca dissenso comune e malumore tra i cittadini.
Vorrei sapere da Majorino come è riuscito a partorire un'idea così meravigliosa.
Perché non li porta a casa sua?
I profughi devono essere allontanati dal nostro Paese e renderci conto che prima di qualsiasi altro.. ci siamo Noi Italiani.